sull’ultima udienza a Beppe Bruna

l’udienza si è svolta in modo leggermente migliore rispetto a quella precedente.
La mancanza di traduzione non è stata determinata da un provvedimento ad hoc per Beppe, ma dal divieto, da parte del DAP, alle traduzioni straordinarie, sempre per via del COVID. Che, evidentemente, deve essere preso solo in carcere e non andando in tribunale.
Nulla, da parte delle perizie dell’accusa, è stato aggiunto. E’ stato poi sentito un teste a difesa.
Anche il PM ha chiesto la presenza in aula di Beppe. Perciò il legale ha fatto presente che, se la prossima udienza si fosse svolta il 21 dicembre come da calendario, non ci sarebbe stata nessuna svolta sulle traduzioni.
Quindi l’udienza è stata rinviata a gennaio.

Esposto di 5 detenuti di Modena alla procura di Ancona

Riportiamo l’esposto fatto da 5 detenuti di Ascoli alla procura di Ancona. Sono i primi detenuti che denunciano pubblicamente, mettendoci la faccia, le torture e le uccisioni nel carcere di Modena ed Ascoli. Da venerdì 11/12 sono stati riportati a Modena, luogo in cui si trovano i loro massacratori. Alcuni avvocati di Bologna verranno nominati da questi  detenuti, sia per tutelarli, sia per supportarli nel portare avanti la denuncia. Dall’altra questi detenuti per lettera hanno espresso che nonostante la diffidenza sul ruolo della stampa, han dichiarato che in questo caso chi ha contatti può far girare il loro racconto.

Invitiamo tutti a scrivere a questi detenuti. Questo è l’indirizzo: Str. Sant’Anna, 370, 41122 Modena MO

Se prima lo Stato ha torturato, ucciso barbaramente, se quel piombo è monito per tutti noi, se non ha avuto problemi a cremare i corpi per non far vedere i segni dell’assassinio, ora è compito nostro tutelare le vite di questi 5 uomini coraggiosi. Ognuno scelga i suoi modi, ma ora è importante far capire al DAP che queste persone non sono sole.

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Aggiornamento covid in 41-bis Attanasio

Lettera di Alessio Attanasio in cui descrive la situazione di contagio da Covid nel 41-bis di Tolmezzo.

“… Oggi ho telefonato all’avvocata e dunque già sai che sono positivo al covid19, siamo tutti positivi. È stata la cronaca di un contagio annunciato, avendo io segnalato e denunciato parecchie volte la volontà di diffondere il virus, e così è stato. Il primo che ha avuto i sintomi li ha riferiti al medico il 7 novembre, ma la risposta è stata che no, non era covid. Ed invece lo era (ma intanto per una settimana hanno permesso che si diffondesse, essendo stato fatto il primo tampone solo il 13 novembre, e dopo insistenze). Ci siamo così contagiati tutti. Leggi tutto “Aggiornamento covid in 41-bis Attanasio”

Testimonianza sui prigionieri uccisi a marzo nel carcere di Modena

“Sono entrato in galera perché la polizia è venuta a fare un controllo e mi ha trovato senza documenti, mi hanno mandato in prigione. Da quando ero lì in carcere sono iniziati i problemi, una volta è successa una rissa io non centravo niente. Poi è venuta la polizia sono entrati e ci hanno picchiati e ci hanno rotto le ossa, poi ci hanno messo 3 giorni in isolamento senza portarci all’ospedale. Alla fine un ragazzo è stato portato in ospedale e dai dolori è svenuto. Leggi tutto “Testimonianza sui prigionieri uccisi a marzo nel carcere di Modena”

1969 – 2020 : STRAGI DI STATO

Il 12 dicembre 1969, a Milano in Piazza Fontana, mani fasciste chiamate dallo Stato uccisero 17 persone ferendone 88. Questo fu il primo atto della cosiddetta “strategia della tensione” volta a far cessare, con il ter-rore, le forti mobilitazioni operaie e studentesche del periodo. Contemporaneamente tre ordigni esplosero a Roma (16 feriti) e un altro venne ritrovato inesploso a Milano. Seguirono le bombe di Brescia nel ’74 (8 morti), quella al treno Italicus sempre nel ’74 (12 morti) e l’ultima alla Stazione di Bologna nell’80 (85 mor-ti). In vari attacchi i poliziotti della Uno Bianca uccisero 24 persone tra l’87 e il ’94 in Emilia Romagna.
Mentre i responsabili materiali ed i mandanti della strage, benché individuati, non sono mai stati realmente perseguiti, a rimetterci la vita fu Giueppe “Pino” Pinelli, ferroviere anarchico, gettato giù dalla finestra della questura. Le anarchiche e gli anarchici si portarono dietro per lungo tempo il marchio infame di stragisti come, per altro, son costantemente costretti a rigettarlo adesso, periodo in cui vengono inquisiti per strage ad ogni attacco mirato (vedi inchiesta “Scripta Manent” o quella per un’esplosione davanti ad una sede della LEGA). Leggi tutto “1969 – 2020 : STRAGI DI STATO”

29 novembre: un brindisi per Tino

Il 29 novembre decorreva il terzo anniversario della morte del nostro compagno (Augusto) Tino Viel.  Lo abbiamo ricordato in tanti al Grimaldello.
Proprio quest’anno, in cui avremmo voluto uscire con una piccola pubblicazione con la sbobinatura degli ultimi “racconti” di Tino, abbiamo dovuto rinviare  per i motivi conosciuti.
Ci sarà occasione, però, per ripercorrere la sua vita,  mai domata, a partire dalla storia della “XXII ottobre”, la latitanza, il rapporto con Feltrinelli, la lunga detenzione  impegnata a costruire rivolte e costanti tentativi di evasione. Perché non lo dimenticheremo mai.

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Aggiornamenti Udienze

A Genova, dopo il presidio di sabato scorso che ha visto decine di compagne e compagni in solidarietà con i circa 300 anarchici ed anarchiche –  a processo in questo periodo con varie gravissime accuse – ed alla compagna anarchica genovese minacciata di sorveglianza speciale, si sono svolte, sempre in questa città, le udienze del processo a Beppe, accusato di aver posizionato un contenitore di liquido infiammabile davanti ad un postamat e l’udienza per la sorveglianza speciale.
In aula hanno testimoniato i testimoni dell’accusa per Beppe che nulla hanno aggiunto alle inconsistenti prove, confermando quindi la bontà della linea difensiva che, per altro, si conferma da sè visto che il liquido non avrebbe nemmeno  potuto infiammarsi con l’innesco scollegato.
L’orribile accrocchio di pc e cavi per l’udienza in video non ha funzionato quasi per nulla, e ci fa piacere che il presidente della corte si sia fatto l’udienza in piedi per far sedere al suo posto i testimoni. Ma non ci fanno piacere le difficoltà che hanno avuto Beppe e l’avvocato, tanto che è stato chiesto ed ottenuto che il compagno sia presente in aula il 15 dicembre quando ci sarà la prossima udienza con il teste della difesa ed, eventualmente, a tutte le udienze di questo processo. In barba al blocco delle traduzioni dei carcerati. Che facciano i tamponi agli sbirri visto che purtroppo esistono – e che stanno contagiando i detenuti – e che permettano alle persone di dire la loro nei tribunali già che  non possono sentire in aula la solidarietà di parenti, amici e compagni oltre che avere i colloqui bloccati (e quindi i pacchi con il cibo).
Il giorno successivo si è svolta l’udienza per la sorveglianza speciale rinviata di due mesi per permettere all’avvocato di preparare la difesa.
Solidarietà a tutti coloro che sono colpiti dalla repressione.
Il nostro amore per la libertà è più forte di ogni autorità

Volantino in solidarietà con Juan distribuito a Treviso

Ciò che non combattiamo oggi lo pagheremo domani

Basta una parola: “coprifuoco”. Che gli Stati spaccino come sanitaria una misura che storicamente ha sempre indicato l’occupazione militare di un territorio, ci dice chiaramente in che epoca siamo entrati. Quando si devono abbattere – come sta succedendo in Danimarca – 16 milioni di visoni e spostare 280 mila persone che vivono nei dintorni degli allevamenti per fermare una forma di Covid-19 ancora più pericolosa, è giunto il momento di capire che un sistema produttivo in guerra con la natura non può che provocare malattie globali e altre sciagure. Quando, durante un’epidemia, i ricchi diventano ancora più ricchi e i poveri sempre più poveri, forse sta diventando più chiara a molti la violenza strutturale di questa società.

A questa violenza qualcuno cerca di rispondere. Perché vuole un mondo diverso, o semplicemente perché non ne può più di questo.
Solo in provincia di Modena, sono stati denunciati quattrocento operai della logistica e 120 sono sotto processo per i picchetti contro Italpizza. Per un picchetto, arma storica della classe salariata, oggi si rischia fino a dodici anni di carcere grazie ai “pacchetti sicurezza” varati dal governo Lega-5 Stelle.
In tutta Italia, trecento anarchici sono o saranno a breve alla sbarra per una serie di operazioni ordite dalle varie Procure.
In particolare, il 28 novembre prossimo comincerà, presso il tribunale di Treviso, il processo contro Juan Sorroche, compagno anarchico che è sempre stato al nostro fianco e al fianco di chiunque – in Trentino, in Valsusa o altrove – si è opposto alla devastazione ambientale e all’ingiustizia sociale. Prigioniero da un anno e mezzo nella sezione AS2 del carcere di Terni, Juan è accusato di un’azione contro la sede della Lega di Treviso avvenuta nell’agosto del 2018. Mentre i vertici di Autostrade per l’Italia si trovano agli arresti domiciliari per aver lasciato consapevolmente crollare un ponte piuttosto che spendere dei soldi nella sua manutenzione, il nostro compagno è accusato di “strage” (un reato potenzialmente da ergastolo) per un attacco esplosivo contro una sede del razzismo di Stato…
Questa società è una locomotiva lanciata senza freni verso il precipizio. Chi cerca di tirare il freno di emergenza, chi ne sabota la corsa, chi se la prende con il macchinista (invece che con chi non paga il biglietto in terza classe), è un nostro compagno, una nostra compagna.
Schiantarsi o insorgere. A noi la scelta.
SABATO 28 NOVEMBRE ALLE 9.00 AL TRIBUNALE DI TREVISO (Viale Giuseppe Verdi)
PRESIDIO SOLIDALE PER L’INIZIO DEL PROCESSO
 
compagne e compagni

INTERVENTO al PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ AI/ALLE PRIGIONIERI/E ANARCHICI/E DETENUTI PER L’OPERAZIONE “SCRIPTA MANENT”

E’ importante la nostra presenza qui oggi, nonostante in gran parte della città ci siano vari divieti di manifestazione e di assembramento.
Oggi siamo qui per far conoscere la situazione dei nostri compagni prigionieri, i processi repressivi che colpiscono i rivoluzionari e denunciare le mani sporche di sangue della democrazia.
Ci vogliono far credere che si è liberi, che i mali del mondo chissà da dove arrivino, che solo chi comanda, le istituzioni, sono sia la causa incidentale di quei mali sia la cura.
Esistono i responsabili però. Leggi tutto “INTERVENTO al PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ AI/ALLE PRIGIONIERI/E ANARCHICI/E DETENUTI PER L’OPERAZIONE “SCRIPTA MANENT””

NON BASTANO LE SBARRE PER RINCHIUDERE L’ANARCHIA

Si avvia a conclusione, a Torino, il processo d’appello per l’operazione «Scripta Manent». Era il 6 settembre 2016, quando vennero arrestati/e otto anarchici/e con l’accusa di aver costituito o partecipato ad una «associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico», accusa di cui nel processo sono imputati circa una ventina di anarchici/e. In particolare le accuse sono di aver realizzato dal 2005 diverse azioni dirette e armate contro le forze dell’ordine (questori, caserme dei carabinieri ed allievi carabinieri, RIS), uomini di Stato (sindaci, ministro degli interni), giornalisti, ditte coinvolte nella ristrutturazione dei CIE ed un direttore di un centro di reclusione per migranti, rivendicate FAI e FAI-FRI (Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale). Inoltre, di aver scritto e redatto pubblicazioni anarchiche, tra cui una storica pubblicazione del movimento, “Croce Nera Anarchica”. Leggi tutto “NON BASTANO LE SBARRE PER RINCHIUDERE L’ANARCHIA”