31-ott SERATA MUSICALE

la nostra movida INCAZZATA E SOLIDALE

Con RECOVER e LOTO!
A seguire jam session
Per non perdere l’abitudine di ascoltare buona musica e scambiarci due
chiacchiere sui temi che ci stanno a cuore.
a contorno castagne a volonté & libragioni

Solidarietà ai perquisiti a Genova

In merito alle perquisizioni avvenute a Genova  durante gli scorsi giorni, perquisizioni che hanno colpito due compagne ed un compagno, sottolineiamo come queste si inquadrino in un periodo particolarmente pesante, dal punto di vista repressivo,  che vede in questa città una militarizzazione sistematica con arresti, fermi e provvedimenti di espatrio per gli immigrati. Con questi provvedimenti  cogliamo un filo conduttore -giustamente indicato nello scritto delle due compagne perquisite – che passa attraverso il controllo generalizzato volto a  ad ottenere l’annichilimento di ogni nemico dichiarato dello stato e di chi, oggettivamente, lo diventi perché povero/a e magari anche immigrato/a.

Continue reading “Solidarietà ai perquisiti a Genova”

17 OTTOBRE: PRESIDIO IN SOSTEGNO ALLA LOTTA NEW GEL, CONTRO LICENZIAMENTI E REPRESSIONE

NEW GEL : RILANCIARE LA LOTTA!
UNIRE LE VERTENZE SUL TERRITORIO!
Tre mesi di lotta alla New Gel non hanno ancora piegato l’azienda, ma anche i lavoratori non sono piegati! Un numero inaccettabile di contratti a tempo determinato, per tenere gli autisti sotto continuo ricatto, una giornata lavorativa che può arrivare alle 15 ore (pagata con …15 minuti di straordinario, in base al “contratto di secondo livello” firmato dalla Fit-Cisl, vero sindacato giallo), un comando padronale che non accetta limiti (il titolare è arrivato a schiaffeggiare un operaio…): ecco di che cosa è fatto il profitto della New Gel, così come i profitti di tutti i padroni! Gli operai scesi in lotta si sono organizzati nel SI Cobas e, per incanto, sono arrivati i mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato, una pioggia di pretestuose contestazioni disciplinari, vessazioni nell’organizzazione del lavoro, il tutto riservato, ovviamente, agli iscritti SI Cobas. Continue reading “17 OTTOBRE: PRESIDIO IN SOSTEGNO ALLA LOTTA NEW GEL, CONTRO LICENZIAMENTI E REPRESSIONE”

Volantino distribuito a La Spezia al processo per Paska

Ieri mattina siamo andati al tribunale di La Spezia a fare un saluto a Paska. Ecco il volantino distribuito:

Il marcio sotto un tappeto di falsità

“Di respirare la stessa aria di un secondino non mi va nella mia ora di libertà”

Martedì 17 settembre si svolge presso il tribunale della Spezia, l’udienza filtro del processo contro il nostro compagno anarchico Paska accusato di resistenza per essersi opposto alle vessazioni e ai pestaggi delle guardie carcerarie avvenuti durante la sua detenzione nella casa circondariale Villa Andreino della Spezia.
In seguito a tali pestaggi, in risposta alla condizioni detentive e alle provocazioni delle guardie, il nostro compagno ha portato avanti, per circa un mese uno sciopero della fame. Nel frattempo ha chiesto anche il trasferimento, dichiarando l’incompatibilità con il corpo di polizia penitenziaria di La Spezia ma il DAP non ha dato seguito a questa richiesta. Continue reading “Volantino distribuito a La Spezia al processo per Paska”

PRESIDIO SOTTO LA SEDE DELLA FIT CISL DI GENOVA LUNEDI’ 16 .CONTRO LICENZIAMENTI, DENUNCE E DECRETO SICUREZZA!

Riceviamo ed inoltriamo con piacere. Saremo presenti ed invitiamo tutti e tutte.
“Ciao a tutti,
dopo la partecipata assemblea di lunedì 9, lanciamo la prima iniziativa di lotta in merito allo sciopero e alla mobilitazione dei lavoratori New Gel.
In allegato comunicato di lancio del PRESIDIO SOTTO LA SEDE DELLA FIT CISL DI GENOVA, Lunedì 16, ore 17, Via B. Buozzi 15, per contrastare i licenziamenti, le denunce e l’applicazione del decreto sicurezza bis in relazione alle proteste e agli scioperi in atto presso la New Gel di Bolzaneto. Ma soprattutto per denunciare le responsabilità politiche e sindacali della FIT CISL di Genova, che in merito alla vertenza New Gel prima ha firmato accordi bidone in azienda non consultando i lavoratori, poi, a seguito, degli scioperi dei lavoratori iscritti al S.I. Cobas ha addirittura invocato vergognosamente misure repressive contro chi sciopera e lotta. Per tutto questo, insieme a tante altre realtà lavorative di questa città, saremo in piazza lunedì. Continue reading “PRESIDIO SOTTO LA SEDE DELLA FIT CISL DI GENOVA LUNEDI’ 16 .CONTRO LICENZIAMENTI, DENUNCE E DECRETO SICUREZZA!”

denunciati (decreto Salvini) 19 lavoratori e solidali in lotta alla NEW GEL

Dopo i tre giorni di sciopero indetto dal Si Cobas alla NEW GEL ed i picchetti dei lavoratori contro il nuovo infame contratto che allunga a 58 ore l’orario settimanale (introducendo anche un forfait quotidiano di 15 minuti di straordinario) è arrivata la PRIMA APPLICAZIONE DEL DECRETO SICUREZZA BIS. Diciannove i denunciati per manifestazione non autorizzata, blocco stradale e violenza privata: in realtà per i picchetti. La violenza privata, al di là dell’iper sfruttamento, l’hanno subita i lavoratori: uno è stato schiaffeggiato ed un altro investito.

Il Decreto sicurezza che, come più volte scritto, ha di fatto sistematizzato la guerra contro i migranti ed i poveri, ha una profonda natura anti operaia che mira, tra l’altro, ad impedire gli scioperi non indetti dai sindacati filo padronali.

Solidarietà incondizionata ai lavoratori in lotta ed a tutti i denunciati.

Sicuri che i provvedimenti repressivi, come i mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato, non incideranno per nulla sulla determinazione di chi non è disposto a svendere la propria dignità, siamo complici e solidali con chi rifiuta ogni omologazione e si impegna quotidianamente nell’affermazione dell’autonomia della propria classe.

Segue il comunicato del Si Cobas di Genova… Continue reading “denunciati (decreto Salvini) 19 lavoratori e solidali in lotta alla NEW GEL”

AL G8 C’ERAVAMO TUTTI

Chi di noi ha partecipato alle iniziative contro il G8 di Genova, prima, durante, dopo di esso, in solidarietà con i compagni e le compagne arrestati/e e condannati/e ad un gran numero di anni di carcere, si è sentito stringere ancora una volta lo stomaco dopo l’arresto di Vincenzo Vecchi, compagno anarchico latitante in Francia da 7 anni a causa della condanna ad 11 anni e mezzo di carcere per i reati di devastazione e saccheggio. Questo arresto, avvenuto in Francia dove Vincenzo vive e lavora e dove, adesso, è in carcere, è stato reso possibile dalla peculiarità degli organi della repressione nonché dalla loro tracotanza nello spiare i legami sentimentali di ognuno di noi. Noi che, come Vincenzo, siamo onorati di aver partecipato da donne e uomini liberi a un’azione radicale collettiva, senza nessuna struttura egemone al di sopra di noi e con noi centinaia di migliaia di persone a fianco (dalla dichiarazione letta da Vincenzo durante il processo). Altri, più giovani, ad una ventina di anni e qualche migliaia di chilometri di distanza, hanno evidentemente raccolto i frutti di quella semina, come di altre. Grande mobilitazione, in Francia, contro l’arresto di Vincenzo e la sua estradizione, sia davanti al tribunale, durante l’udienza, che altrove. Per ora la richiesta di estradizione fatta dall’Italia non è stata eseguita. Perfino i giudici francesi hanno perplessità per come si sono svolti i processi agli arrestati per quel G8, processi che hanno visto una decina di persone pagare per tutte (mentre, ovviamente, i funzionari di polizia responsabili delle torture sono stati promossi). Vincenzo aveva visto giusto. Disse, tra l’altro, in aula: ”Con quell’enorme esperimento a cielo aperto fatto su Genova (nel 2001) è stato posto uno spartiacque temporale: niente più sarebbe stato come prima, né nelle piazze né tanto meno nei processi a seguito di eventuali disordini. Si apre la strada a un modus operandi che diventerà prassi naturale in casi simili, cioè colpire nel mucchio dei manifestanti per intimorire chiunque si azzardi a partecipare a cortei, marce, dimostrazioni.”. E dal DASPO per i tifosi a quello urbano per tutti i poveri, dal Decreto Minniti a quello sicurezza bis – forti del sostegno di stampa e tv asservite, nonché del controllo tecnologico e della condizione di schiavitù sul lavoro per facchini, rider, operatori di call center e nere schiene, piegate e senza nome, a raccogliere frutta e verdura – i governi che si sono succeduti hanno, di fatto, azzerato ogni possibilità di manifestazione, picchetto, presidio: si può essere condannati fino a 12 anni carcere. Le aggravanti di associazione sovversiva e finalità di terrorismo vengono adesso indicate per ogni arresto compiuto fra gli appartenenti ai movimenti rivoluzionari, detenuti da subito nei braccetti di alta sorveglianza o in regime di carcere duro. All’inasprimento di questi ultimi anni si è giunti dopo gli arresti e le condanne definitive, sino a 12 anni, per il G8 di Genova: dal 2013 è ancora detenuto Jimmy nel carcere di Rebibbia mentre altri e altre sono sempre sottoposti a misure restrittive della libertà. Ricordiamo che gli ultimi arrestati (e ancora in attesa di giudizio) nelle operazioni che hanno visto lo sgombero dell’Asilo di Torino, piuttosto che in Trentino o nella cosiddetta “ Prometeo”, come i compagni e le compagne già condannati in via definitiva in altre “operazioni”, sono detenuti in Alta Sorveglianza 2 oppure in carceri a regime di 41bis con l’applicazione di sado-democratiche misure quali l’isolamento, l’impossibilità di ricevere libri, i processi in video conferenza ed altro.

Solidarietà incondizionata a tutte e tutti gli arrestati

CHI DEVASTA E SACCHEGGIA SONO LO STATO E IL CAPITALE

Giovedì 1 ago – h.19 aperitivo benefit ultimi arresti

La mattina del 21 maggio è scattata l’operazione Prometeo dei ROS, operazione che ha permesso al pubblico ministero Piero Basilone e al pool antiterrorismo Alberto Nobili di arrestare 2 compagni ed 1 compagna anarchici. Robert è stato arrestato a Modena, Beppe a Ferrara, Natascia a Bordeaux.

Dopo circa due mesi di isolamento fra Opera ed Alessandria, dove hanno ricevuto diversi maltrattamenti, non hanno potuto vedere i parenti e nemmeno telefonare, sono stati trasferiti rispettivamente a Bancali, in Sardegna, e a Rossano Calabro. Natascia è stata estradata e trasferita a Rebibbia e poi al carcere dell’Aquila, sottoposta, in pratica, al regime di 41 bis.

Il 22 maggio, a Brescia, è stato arrestato Juan, che dovrà scontare qualche anno di “definitivi” a causa dei quali era latitante. Contemporaneamente è stato arrestato Manuel per aver favorito la latitanza.

Attualmente sono detenuti a Terni ed a Monza.

giovedì alle 19 aperitivo benefit 

A sostegno di chi resiste all’isolamento carcerario. Domenica 14 presidi solidali ad Alessandria e Terni

Settimana intensa con presenza solidale davanti a molte galere.

Oltre ai due dei quali leggete la locandina:

martedì 9, ore 15, carcere de L’Aquila

giovedì 11, ore 19, carcere della Dozza a Bologna

venerdì 12, ore 18.30, carcere di Poggioreale, Napoli

Ricordiamo che l’altro ieri, a Roma, compagni e compagne hanno seguito in aula un udienza del processo d’appello contro i condannati in primo grado per aver partecipato al corteo del 15 ottobre 2011.

Eravamo e siamo coscienti che, nel moto continuo di relazioni basate sulla solidarietà, la miglior risposta alla repressione sia quella di non cederle alcuno spazio, gettando il cuore oltre l’ostacolo e non lasciando nessuno/a solo/a nelle mani dello stato.

30 GIUGNO 1960 – 30 GIUGNO 2019

Il 30 GIUGNO 1960 non è stato determinato solo dalla volontà di impedire un comizio fascista per onorare la memoria della resistenza. In quelle giornate di rivolta, è stato evidente il rifiuto del sistema capitalista e delle direttive di un partito, il PCI, che nulla aveva fatto per impedire il riciclo della dittatura fascista, sacrificando qualsiasi ideale di libertà per entrare negli ingranaggi del potere.

Le camionette rovesciate, i poliziotti scaraventati nella fontana di De Ferrari, mezzo milione di persone mobilitate, le barricate, le molotov preparate dai ragazzi con le magliette a strisce, le armi dissotterrate dai partigiani segnarono, in quella data, un prosieguo del periodo dei grandi scioperi in tutta Italia, scioperi ai quali nemmeno le numerose morti posero fine. Le forze reazionarie e riformiste si mossero per impedire che quel clima di rivolta si trasformasse in un movimento di cambiamento e di rivoluzione.

Ma il 30 Giugno ’60 non è poi così lontano. Continue reading “30 GIUGNO 1960 – 30 GIUGNO 2019”

Dichiarazione di Silvia e Anna sull’inizio dello sciopero della fame nel carcere de L’Aquila

29/05/2019

Pochi minuti fa nel Tribunale di Torino si è svolta la prima udienza per l’occupazione di c.so Giulio 45. Dietro a uno schermo era presente anche SILVIA, in videoconferenza, che ha comunicato l’inizio per lei e ANNA, detenute a l’Aquila, di uno SCIOPERO DELLA FAME. Questa lotta ha l’obiettivo di contrastare le condizioni a cui sono sottoposte equiparabili al 41 bis e la chiusura della sezione in cui sono detenute. Hanno bisogno di TUTTA LA NOSTRA FORZA. Il presidio davanti al Tribunale intanto continua.

Qui di seguito il testo del comunicato letto in aula:

“Ci troviamo da quasi due mesi rinchiuse nella sezione AS2 femminile de L’Aquila, ormai sono note, qui e fuori, le condizioni detentive frutto di un regolamento in odore di 41bis ammorbidito.
Siamo convinte che nessun miglioramento possa e voglia essere richiesto, non solo per questioni oggettive e strutturali della sezione gialla (ex-41bis): l’intero carcere è destinato quasi esclusivamente al regime 41bis, per cui allargare di un poco le maglie del regolamento di sezione ci pare di cattivo gusto e impraticabile, date le ancor più pesanti condizioni subite a pochi passi da qui, non possiamo non pensare a quante e quanti si battono da anni accumulando rapporti e processi penali. A questo si aggiunge il maldestro tentativo del DAP di far quadrare i conti istituendo una sezione mista anarco-islamica, che si è concretizzato in un ulteriore divieto di incontro nella sezione stessa, con un isolamento che perdura.
Esistono condizioni di carcerazione, comune o speciale, ancora peggiori di quelle aquilane. Questo non è un buon motivo per non opporci a ciò che impongono qui.
Noi di questo pane non ne mangeremo più: il 29 maggio iniziamo uno sciopero della fame chiedendo il trasferimento da questo carcere e la chiusura di questa sezione infame.”
Silvia e Anna

Cronache di viaggio e atterraggio nel regno dell’Aquila

Premessa: Silvia è stata arrestata nell’operazione Scintilla a Torino in seguito lo sgombero asilo, Agnese arrestata per l’operazione Renata a Trento, Anna era già a Rebibbia per l’operazione Scripta manent, erano tutte e 3 in As2 a Rebibbia e sono state trasferite a l’Aquila dove c’è il 41bis femminile e dove è rinchiusa Nadia Desdemona Lioce. Loro sono in As2 ma tutto il carcere subisce chi più chi meno un trattamento simile al 41bis. Un carcere lager  dove le detenute in 41 bis vengono sanzionate anche solo se salutano dicendo “ciao” a detenute di gruppi diversi . Sono in condizione di assoluto silenzio e annientamento.

riceviamo e diffondiamo

Sveglia anticipata sabato 6 aprile: trasferimento in 3 dall’AS2 di Roma Rebibbia con destinazione L’Aquila. In pratica la sezione AS2 a Rebibbia è stata chiusa nei giorni successivi al nostro trasferimento, e si può ipotizzare un suo cambio d’uso in AS3, visto il sovraffollamento in cui vivevano le detenute accusate e/o condannate per 416 c.p. (una cosa analoga era avvenuta nel marzo 2017 quando l’intera AS2 femminile – comuniste e anarchiche – di Latina era stata spostata a Rebibbia, convertendola poi in AS3). Quella in cui ci troviamo ora, l’AS2 abruzzese, che ha il triste primato di essere ormai l’unica sezione di Alta Sicurezza femminile, classificata AS2, sull’italico suolo. Si tratta di una microsezione di 4 celle singole, chiamata “sezione gialla”… Continue reading “Cronache di viaggio e atterraggio nel regno dell’Aquila”

Presentazione di “Comunismo o Modernizzazione”

di DINO ERBA

Edizioni “All’Insegna del Gatto Rosso”

 

Una panoramica storiografica e politica alla luce del modo di produzione asiatico: dove, come e chi ne parla.

Fondamentale punto di riferimento teorico per Marx e Bakunin, il modo di produzione asiatico costituisce il filo conduttore per affrontare la rivoluzione del 1917 in Russia e i suoi successivi sviluppi e clonazioni.

Un criterio interpretativo troppo a lungo trascurato, soprattutto in Italia. Mentre oggi è quantomai attuale, anche per capire una crisi economica che spazza via tutte quelle occasioni di progresso e di sviluppo che in passato hanno stretto in un abbraccio mortale il comunismo col capitalismo.

 

Oggi la crisi del modo di produzione capitalistico dice di farla finita con:
LAVORO, PROPRIETA’ PRIVATA, STATO

Ne parliamo con l’autore

VENERDI’ 10 maggio – dalle ore 18

Seguirà aperitivo

Nel libro anche le recensioni a due «romanzi», in cui sono particolarmente scottanti i riferimenti alla Rivoluzione russa.

A margine, una piccola parentesi letteraria, riguardante alcuni scrittori che hanno romanzato le vicende di noti e meno noti rivoluzionari, vissuti nella prima metà del Novecento. Continue reading “Presentazione di “Comunismo o Modernizzazione””