https://roundrobin.info/2021/02/operazione-renata-dichiarazione-degli-imputati/
Un mare di persone inonda il centro di Atene in solidarietà con Dimitris Koufondinas in sciopero della fame da 53 giorni
27 febbraio / 8 marzo Presidi Carcere Marassi
8 marzo 2020 – marzo 2021 a ribadire Strage di Stato, solidali alle lotte
ambizioni nel deserto. Il Sahel come paradigma
silenzio assordante. Roma: appello alla città
Firenze: quando non si è più soli nella città.
Processo a chi scese in piazza a Firenze il 30 ottobre 2020 dopo l’annuncio governativo di nuove restrizioni anti-Covid
https://radiocane.info/firenze-quando-non-si-e-piu-soli-nella-citta/?pk_campaign=newsletter
giornata internazionale in solidarietà con Dimitri Koufondinas
testimonianza dal carcere di Busto Arsizio
Lettera di Enrik dal carcere di Busto Arsizio
(11 febbraio 2021)
Buongiorno a tutti voi
Come prima cosa vorremmo ringraziarvi per la vostra lettera, ci ha tirato molto su di morale sapere che là fuori c’è qualcuno che ha molto a cuore le nostre condizioni e la nostra causa.
Vorrei come prima cosa scusarmi in anticipo per il mio italiano non perfetto, e spiegarvi i motivi per i quali si è arrivati alla protesta nel carcere di Varese.
Sab. 27/2 Presidio Carcere Marassi
Si avvicina il triste anniversario dell’8 marzo, per ricordare e sostenere quelle giornate di lotta, in queste settimane siamo andati a volantinare durante gli orari dei colloqui ai familiari dei detenuti del carcere di Marassi.
SABATO 27 H 15.00 ci sarà un presidio con microfono aperto, per chiunque voglia comunicare con i reclusi. Noi saremo li per portare un saluto ed esprimere la nostra solidarietà a chi lotta dietro quelle infami mura e per ricordare i 14 morti ammazzati dallo Stato durante le rivolte del 2020. Rompiamo il silenzio. Stragista è lo Stato!
8 febbraio 1943: Lepa Svetozara Radić partigiana jugoslava
Lepa Svetozara Radić è stata una partigiana e antifascista jugoslava di etnia serba bosniaca, membro dell’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale insignita postuma dell’Ordine dell’Eroe popolare il 20 dicembre 1951, per il suo ruolo nel movimento di resistenza contro le potenze dell’Asse, diventando la persona più giovane a riceverlo all’epoca.
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Non lasciamoli soli
1 FEBBRAIO 2021, FEDEX-TNT: violenza della polizia
Bruxelles dopo la morte di Ibrahima Barrie. Da Radiocane
sulla rivolta di Treviso – Da “Campagne in lotta”
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Controllare i lavoratori a distanza
“_Ci troviamo nel solco di una nuova frontiera Le vecchie leggi funzionano male, abbiamo bisogno di nuovi sistemi di tutela sia per i dipendenti sia per i lavoratori. Il lavoro da remoto può essere più produttivo, ma occorre disciplinarlo.[…]”_
In genere ciò che avviene negli USA arriva un po’ più tardi da noi ma, come allude Martone, anche qui si stanno preparando a questa deriva orwelliana.
Buona lettura….
Controllare i lavoratori a distanza:
crescono le “sentinelle degli smart workers”
di Ilaria Betti 29/11/2020
Da Microsoft a ActivTrak: secondo uno studio Usa, il settore del monitoraggio crescerà a dismisura
Sono le “sentinelle dello smart worker”, quelle che controllano – col fucile spianato dall’altra parte dello schermo – che il lavoratore da remoto sia costantemente produttivo. Si tratta delle app per il controllo a distanza dei dipendenti e negli Stati Uniti sono sempre di più: si va da quelle che comunicano ai capi dati sui siti web consultati a quelle che fanno gli screenshot delle schermate. E ora ci si mette ancheMicrosoft: un nuovo tool, chiamatoProductivity Score, annunciato durante la conferenza annuale degli sviluppatori, mostra ai datori di lavoro come i propri dipendenti utilizzano i servizi di Microsoft 365 come Outlook, Teams, SharePoint e OneDrive. Ma può esistere uno smart working senza controllo sulla vita delle persone? Secondo Michel Martone, giurista e accademico, autore del libro“Il lavoro da remoto – Per una riforma dello smart working oltre l’emergenza”, sì: “Il datore di lavoro ha bisogno di controllare – spiega ad HuffPost – ma dovrebbe controllare i risultati del lavoro, non la persona”.
Non ci deve pagare nessuno, ma devono pagarla e basta
L’ emergenza sanitaria sta contribuendo a frammentare, nascondere e disintegrare i bisogni della classe.
E’ sotto gli occhi di tutti noi che quella che governa la gestione dell’emergenza è la logica del profitto – non ultimo quello delle case farmaceutiche – che detta le regole delle chiusure e delle aperture delle nostre libertà. Il mantra, neanche tanto nascosto, è che la produzione non si può fermare perché il bene del Capitale è anche il nostro. Quindi, per salvare questo mondo, bisogna fare “sacrifici”.
L’economia ormai governa la politica che, da parte sua, ha perso ogni minima velleità di mediazione sociale, ogni ruolo di gestione della cosa pubblica. I teatrini mediatici e politici, sia a livello nazionale che a livello locale, confermano il fatto che della nostra salute dobbiamo occuparci in prima persona altrimenti nessuno lo farà, tutti presi come sono a rincorre il consenso, il profitto e i colori delle varie libertà.
Alcune cose sembrano emergere con sempre più chiarezza e ci preparano a una prospettiva di futuro: qualcuno da questa crisi uscirà rafforzato e arricchito e questi non saranno certamente i lavoratori. Anzi, questa crisi viene già ora scaricata sulle loro spalle buttandoli sempre più ai margini di un sistema organizzato per sopravvivere a se stesso, costi quel che costi.
Confindustria – che per qualche milione in più affama e uccide alla luce del sole – continua a rivestire il suo ruolo di autorevole interlocutore, avendo il potere di far lasciare aperte aziende e fabbriche fin all’inizio di questa pandemia ed ancora oggi. Leggi tutto “Non ci deve pagare nessuno, ma devono pagarla e basta”
DISNEYLAND CARUGGI ! !
SABATO 30.01 PRESIDIO AL CARCERE DI MARASSI
Dopo il saluto molto partecipato di venerdì scorso abbiamo deciso di tornare sotto le mura del carcere di Marassi per portare la nostra solidarietà a tutti i reclusi e al nostro compagno Francesco (in carcere per un definitivo per i fatti del 15 ottobre 2011 a Roma).
Ci vediamo Sabato 30 Gennaio alle 18 sotto le mura del carcere di Marassi (lato stadio).
Segue il manifesto. Invitiamo alla massima diffusione dell’appuntamento!
A presto, un abbraccio da Genova.
SABATO 30 GENNAIO ALLE ORE 18 PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CARCERE DI MARASSI (LATO STADIO) PER UN SALUTO A TUTTI I DETENUTI E AL NOSTRO COMPAGNO FRANCESCO.
PER FARLA FINITA CON LE GALERE! MILLE MODI UN SOLO ORIZZONTE: LIBERTA’!
Gora Gassama un’altra vittima dello sfruttamento!
Per non dimenticare Gora Gassama, bracciante agricolo investito e lasciato morire qualche giorno fa, il 18 dicembre, scorso nei pressi del porto di Gioia Tauro mentre tornava dal lavoro.
Migrante morto in un incidente nel Reggino, sciopero e corteo dei braccianti
La lettera: “Siamo stanchi di essere sfruttati e ammazzati dagli stessi che di giorno ci obbligano a lavorare senza contratti né garanzie nei campi”
“Oggi nessuno va al lavoro – hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione – perché un amico e fratello, dopo una vita di razzismo e sfruttamento, da quel razzismo è stato ucciso. La rabbia è troppa, non restare zitti, scendere in strada per ricordare Gora e lottare contro tutto questo è l’unica arma che ci resta”.
“Un altro fratello ucciso, un’altra morte – è scritto in una lettera aperta dei migranti – che si poteva evitare. Per questo, per tutta la giornata di oggi noi lavoratori della terra saremo in sciopero. Non troverete nessuno di noi nei campi, nei magazzini e nelle serre. Siamo stanchi di essere sfruttati e ammazzati dagli stessi che di giorno ci obbligano a lavorare senza contratti né garanzie nei campi, a vivere come animali e la sera ci tirano giù come birilli, perché la vita di un africano non conta. Non siamo braccia, siamo uomini”. “Da decenni ormai – riporta ancora il testo della lettera – veniamo qui per lavorare e senza le nostre braccia non ci sarebbero frutta e verdura né sugli scaffali, né sulle tavole ma questo non importa. Nonostante le promesse che arrivano ad ogni stagione, per noi non ci sono mai stati e continuano a non esserci alloggi decenti, contratti regolari, certezza e celerità nel rinnovo dei documenti, con lungaggini che ci costringono a rimanere qui per mesi. Vogliamo casa, diritti, documenti e lavoro regolare, vogliamo vivere una vita dignitosa come ogni essere umano meriterebbe. Schiavi mai”.