(Giu-2018) Assemblea pubblica DASPO urbano

SE BEVI UNA BIRRA TI MULTANO
SE TI AGITI TI SPARANO

Sotto la maschera “sociale” delle leggi sul degrado si svela il volto solito e feroce della repressione

Le campagne in favore della “sicurezza” e contro il “degrado” non sono né una novità, né un’esclusiva italiana. Dovunque esse hanno rappresentato l’alibi con il quale giustificare ogni nefandezza, come le stragi di bambini di strada nel Brasile dei ricchi.
Tramite queste campagne la classe dominante di ogni parte del mondo si prefigge di consegnare la tutela della vita sociale interamente nelle mani e nei manganelli di magistrati e polizie di ogni genere, investiti di una sorta di mandato in bianco per la tutela dell’ordine e del profitto di questa stessa classe.
Come sempre, anche nel tempo delle città-vetrina, proletari e sottoproletari rappresentano il pericolo da neutralizzare, perché vengono percepiti come una minaccia costante alla proprietà e alla prosperità dei dominatori.
Quanto importi ai padroni di oggi come a quelli di ieri della sicurezza degli sfruttati è dimostrato dalla serie impressionante di incidenti sul lavoro che quotidianamente si succedono piuttosto che dal numero di morti, che si manifestano in maniera più discreta, ma non per questo meno impressionante, come i 403 assiderati quest’anno per le strade di uno stato “civile e civilizzatore” come la Francia.

Apparentemente a furor di popolo, poiché alimentato dalla retorica dei media, l’arbitrio più smaccato si fa forte della legge “uguale per Toti”, cosicché ogni singolo sbirro si sente autorizzato ad esercitare il monopolio sulla violenza in maniera, da una parte, sempre più estesa e pervasiva e, dall’altra, in modo mirato e persecutorio.
Girando per la città ci si rende conto che l’abuso di potere è diventato la regola da parte dei rappresentanti della legge. I muscoli possono essere mostrati sia mentre si multa chi beve una birretta, sia mentre si dà un foglio di via per una maglietta taroccata, che mentre si sparano pallottole letali per “gestire” la crisi di nervi di un ragazzo, ucciso impunemente davanti alla propria madre per cause di forza maggiore “nell’adempimento del servizio”.
Inoltre, dapprima proposta come soluzione emergenziale tesa a risolvere una volta per tutte il problema della criminalità, la presenza attiva dei soldati non solo si è stabilizzata, ma è montata al punto da militarizzare interi quartieri.

In questa città-stato di polizia l’esercito e le forze della repressione si fanno garanti dei profitti e degli investimenti di speculatori e affaristi in preda alla febbre dell’oro “da turista”. Serviranno poi per proteggere intere zone che gli intrallazzoni dell’amministrazione cittadina e regionale, in paperoniano delirio di onnipotenza, favoleggiano di “cedere“ ai privati in un futuro più prossimo possibile, magari dotandole di sicuri cancelli, tornelli e, appunto, adeguata sorveglianza. Già l’inquinarmatore Costa, forte dei suoi profitti, si propone di privatizzare il centro cittadino per celebrare il suo impero personale e ha pronta una bella festa che prevede, tra una misura di sicurezza “eccezionale” e un cecchino sul tetto, gioiosi scivoli d’acqua in via Venti.

Per tutti quelli, e sono sempre di più, che “faticano ad arrivare alla fine del mese” o non arrivano neppure all’inizio, la risposta è sempre la stessa: repressione!
Non hai i soldi per la bolletta? Ti taglio le forniture!
Non hai i soldi per l’affitto? Ti sfratto e ti sgombro!
Il ricatto padronale sul lavoro, ormai cronicamente precario, è la leva usata dai dominatori per fomentare una guerra tra poveri che mette gli sfruttati – sempre più mal pagati e alienati – contro gli esclusi dalla catena produttiva e dai consumi.

Spazio di documentazione Il Grimaldello                                                    Frontedegrado

Venerdì 29 giugno in piazza Cernaia alle 19
Assemblea pubblica su DASPO urbano e repressione in città

Pubblicato da grimaldello

dall'aprile 2006, nel cuore del centro storico di genova LA NOSTRA POSIZIONE E' QUELLA DI COMBATTENTI TRA DUE MONDI: UNO CHE NON RICONOSCIAMO, L'ALTRO CHE NON ESISTE ANCORA. OCCORRE FAR PRECIPITARE IL LORO SCONTRO, AFFRETTARE LA FINE DI UN MONDO, CONTRIBUIRE ALLA CRISI IN CUI RICONOSCERE I NOSTRI AMICI. "IL GRIMALDELLO" E' PENSATO PER QUESTO, UNO SPAZIO DOVE PROVARE A SCARDINARE LA PASSIVITA' E L'ALIENAZIONE A CUI IL CAPITALISMO CI COSTRINGE NEL QUOTIDIANO.