Solidali Disfor occupato

Domenica 16 maggio, presso il dipartimento occupato di scienze della formazione (DISFOR), c’è stata l’assemblea conclusiva di questa rinvigorente esperienza collettiva durata un mese. Mese che ha visto studenti e studentesse autorganizzarsi, non soltanto per riattivare quel servizio pubblico pagato-non-erogato; ma, sopratutto, per promuovere assemblee iniziative incontri che andassero oltre lo stretto recinto accademico. In questi 30gg, che sono un unicum nell’ammorbato panorama nazionale,

per il disfor occupato sono passate diverse realtà, cittadine e internazionali, a dare il proprio contributo. Tra gli altri, compagni cileni a relazionare sulla repressione subita in patria; rappresentati del CALP sulle navi delle armi nel porto di Genova e non solo; un incontro per mettere in luce la minaccia per il parco del Beigua da parte dell’industria mineraria (per l’estrazione titanio); quindi un altro proprio sull’estrattivismo (e lotte sulle Apuane), eppoi Palestina, precariato, lavoro, salute, repressione….
 Percorso appassionato di autogestione e messa in discussione, che ha portato ragazze e ragazzi a rielaborare l’ambito di lotta di partenza. Presa coscienza della necessità di una critica radicale che non lasci ulteriori spazi di iniziativa al Capitale, anche e soprattutto fuori dalle Facoltà Universitarie. “Uscire in città”. “I casini sono là fuori”. La consapevolezza che rassegnazione e isolamento non possano che fare il gioco del nemico. “Non abbiamo niente da perdere“.
Gli interventi di ieri, fiduciosi, rabbiosi, commossi, prospettano questo fondamentale allargamento di visuale, accompagnato da una famelica necessità di conoscere quanto sui libri di storia viene troppo spesso narrato solo da una parte. Che non è la nostra.
Solidali con chi ha reso possibile questa ottima esperienza di partecipazione e critica collettiva.
A fianco di chi vorrà tenere alta la voce di un dissenso attivo, libero da menage istituzionali, recidivamente anticapitalista.
Anche noi vediamo terra

Published by grimaldello

dall'aprile 2006, nel cuore del centro storico di genova LA NOSTRA POSIZIONE E' QUELLA DI COMBATTENTI TRA DUE MONDI: UNO CHE NON RICONOSCIAMO, L'ALTRO CHE NON ESISTE ANCORA. OCCORRE FAR PRECIPITARE IL LORO SCONTRO, AFFRETTARE LA FINE DI UN MONDO, CONTRIBUIRE ALLA CRISI IN CUI RICONOSCERE I NOSTRI AMICI. "IL GRIMALDELLO" E' PENSATO PER QUESTO, UNO SPAZIO DOVE PROVARE A SCARDINARE LA PASSIVITA' E L'ALIENAZIONE A CUI IL CAPITALISMO CI COSTRINGE NEL QUOTIDIANO.