La Fincantieri, ancor più dopo l’unione con Naval Group e la nascita della nuova società Navaris, auspica maggiori commesse di navi da guerra. Perché l’economia della morte e l’industria che la produce non conoscono né crisi né delocalizzazione come dimostra la Leonardo S.P.A. che, in combutta con la marina americana, guadagna 648 milioni.
I sindacati istituzionali inneggiano a nuove commesse militari, in concerto con l’economia dominante, ben sapendo che, con la retorica del lavoro e l’estrema suddivisione dello stesso, si scatenerà la guerra tra poveri e sarà evitata la guerra di classe.
Intanto leggi sempre più dure vogliono impedire qualsiasi reazione contro questa barbarie (il Decreto Sicurezza BIS prevede 4 anni di carcere per blocco stradale come sanno bene i lavoratori della Logistica, fra i pochi a scendere ancora in sciopero facendo picchetti davanti ai luoghi di lavoro).
Nelle aziende genovesi, e non solo, non sembra esserci speranza per una presa di coscienza e un rifiuto a costruire armamenti che possono solo essere causa di morte.
La guerra è stata sdoganata da anni, chiamata missione pace, e vede la presenza delle truppe italiane in ogni parte del mondo, facilmente sovrapponibile, addirittura interscambiabile, a sostegno di qualsiasi interesse economico italiano indipendentemente dagli schieramenti politici nostrani e stranieri.
Per combattere il capitalismo, per la liberazione dal lavoro salariato e per l’emancipazione del proletariato si deve andare avanti senza temere staliniani servizi d’ordine di piazza, rifuggire dall’alienazione del lavoro.
Nella lotta contro capitalismo e sfruttamento gli ipocriti sono nemici.
mai più UCCIDERE PER LAVORARE!
stop LAVORARE PER VIVERE!