8 ottobre a Milano per Vincenzo

Vincenzo è nuovamente a forte rischio “estradizione”, a tre anni dal giorno della sua cattura in Francia e a più di venti dalle manifestazioni contro il G8 di Genova 2001 per cui è ricercato.Lo scorso 14 luglio la Corte di Giustizia Europea si è espressa a favore della sua consegna, nonostante le evidenti incompatibilità tra questo particolare articolo di reato e il codice penale francese. Il prossimo 11 ottobre, la Corte di Cassazione di Parigi deciderà sulla sua estradizione ma gli spazi per una decisione contraria si sono notevolmente ridotti se non azzerati. Vincenzo rischia così di dover passare 10 anni nelle prigioni italiane vista la condanna per devastazione e saccheggio.

(da un volantino della Cassa di solidarietà “La lima”)

Sabato prossimo grande manifestazione a Milano, Porta Genova, h 15.

IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO

Venerdì 20 maggio, in piazza della Posta Vecchia,
presentazione del libro
“Sulla guerra. Crisi Conflitti Insurrezione”
di Emilio Quadrelli – ed. REDSTARPRESS (2017)
Ne parliamo con l’autore alle ore 18

Inevitabilmente quanto sta andando in scena in Ucraina polarizza l’attenzione politica di tutti oltre a far trattenere il respiro al mondo intero. Domandarsi se l’Ucraina sarà il punto di non ritorno è, a tutti gli effetti, una domanda non solo lecita ma estremamente realistica. Da giorni su ciò, come in fondo è naturale, sono concentrate una infinità di analisi, prese di posizioni e via dicendo. In tutto questo vi è però un grande assente, il perché della guerra. Ciò che va posto in evidenza, rovesciando esattamente il paradigma assunto dai più come elemento fondante degli eventi in corso, è come il conflitto in atto in Ucraina non sia altro che l’aspetto fenomenico di una tendenza oggettiva propria dell’imperialismo. In altre parole, non è l’incidente ucraino a rendere possibile lo scatenamento di un conflitto internazionale ma è la tendenza alla guerra dell’imperialismo che non può far altro che produrre incidenti di questo tipo. Questo il punto fermo dal quale, come tutti gli eventi storici pregressi sono lì a testimoniare, dobbiamo partire al fine di non farci irretire dalle diverse narrazioni imperialiste e  affermare con forza un punto di vista operaio e rivoluzionario.

Contro la guerra imperialista, costruiamo l’autonomia politica operaia e proletaria.

In caso di pioggia l’incontro sarà presso lo spazio di documentazione “Il grimaldello” via della Maddalena 81r

Christian life crisis prayer to god. Woman Pray for god blessing to wishing have a better life. woman hands praying to god with the bible. begging for forgiveness and believe in goodness.

si cercano distro/banchetti

1917 – Risposta al Manifesto dei Sedici

Son quasi trascorsi due anni dall’inizio di questa terribile guerra, una guerra quale l’umanità non aveva mai sperimentato, cui si debbono milioni di tombe senza nome, milioni di storpi, milioni di vedove e di orfani. Beni per un valore di miliardi, prodotto di lunghi anni di umana fatica, sono stati gettati alle fiamme, inghiottiti da un abisso senza fondo. Un inumano dolore, sofferenze terribili, una profonda disperazione per l’umanità – eccone il risultato.

Ora, quando ovunque si odono grida di disperazione – “Basta spargimenti di sangue! Basta distruzioni!” – guardiamo con grande tristezza a quelli che un tempo erano i nostri compagni, P. Kropotkin, J. Grave, C. Cornelissen, P. Reclus, C. Malato ed altri anarchici e antimilitaristi che nel loro recente manifesto hanno dichiarato: “No, c’è stato ben poco spargimento di sangue, poca distruzione. È troppo presto per parlare di pace!”.

In nome di quali princìpi, a quale scopo pensano sia possibile proclamare la necessità del fratricidio? Che cosa ha portato questi fervidi partigiani della pace a sostenere il conflitto armato? Non riusciamo a capirlo, poiché, leggendo il loro manifesto, colpisce lo squallore di quell’idea nel cui nome chiedono che la guerra continui fino in fondo.

Gli autori del manifesto dichiarano che la colpa del conflitto è da attribuire alla Germania, che mira ad annettersi il Belgio e i dipartimenti settentrionali della Francia e ha richiesto a quest’ultima pesanti indennizzi e intende, in futuro, sottrarle le colonie. Continue reading “1917 – Risposta al Manifesto dei Sedici”

Presentazione libro di Mau – “Quelli erano i tempi”

Dalle lotte di fine anni Sessanta nei quartieri e nelle fabbriche alle bombe di Stato, dalla nascita del Collettivo Politico Metropolitano a quella delle Brigate Rosse, dal dibattito sulla lotta armata alle prime azioni, dall'”attacco al cuore dello Stato” all’arresto, il 27 maggio 1974.
Una volta in carcere, l’inizio del processo di Torino alle BR, il Settantasette, la nascita degli “speciali” e l’Asinara, il sequestro Moro, la controffensiva Fiat del ’79 – 80, la cattura e il tradimento di Peci, il corso politico successivo che dal rapimento D’Urso arriva alla “ritirata strategica”.
Mau ripercorre sul filo della memoria e dell’esperienza vissuta in prima persona, una storia che lo ha visto protagonista, all’interno di quei circuiti e “vasi comunicanti” la cui trama formava il “movimento”. Questa non è e non vuole essere una ricostruzione storica della vicenda delle Brigate Rosse e del contesto sociopolitico in cui si è dispiegata. Non è neppure una biografia, la scrittura individuale di una vita. E’ il racconto di una vicenda rivoluzionaria che Mau ha condiviso con molte e molti altri in quegli anni.

NE PARLIAMO CON L’AUTORE Maurizio Ferrari
DOMENICA 6 FEBBRAIO ALLE 16
presso il Circolo Libertario Val Bisagno – Piazza Adriatico 6


PRIMA ore 13 Pranzo autofinanziamento, se vieni chiamaci/scrivici