Riceviamo e pubblichiamo volentieri
Avevamo appena concluso il nostro XV convegno organizzativo di Riv. Comunista, iniziato la mattina del 22 dicembre 1984, quando abbiamo appreso le prime notizie dell’attentato al rapido Napoli – Milano.
Via via sono giunte le prime immagini televisive non è stato difficile capire la vastità del nuovo “macello” e matrice degli attentatori. Mani esperte, già collaudate nei precedenti attentati compiuti nella stessa galleria Firenze – Bologna, e ben protette dallo Stato, hanno “rinnovato” il loro “messaggio” di morte. Queste mani sanguinarie non hanno colpito nel “mucchio”, come può sembrare all’apparenza, hanno collocato gli ordigni nelle carrozze di seconda classe, gremite di proletari e di meridionali. L’attentato è, quindi un “macello” di gente del Sud.
I responsabili del governo e il ministero dell’interno nel tentativo di buttare fumo negli occhi o per altri inconfessabili motivi, hanno ipotizzato tutte le “piste”: dal “ terrorismo internazionale” alla mafia e camorra. Ma questi signori, addetti alla macchina del potere, si degneranno mai di spiegare che cos’è e da chi mai è costituito questo “mostro” pluricefalo chiamato “terrorismo internazionale”?
Mandanti ed esecutori di quest’altra, bestiale, strage vivono ed abitano “a casa nostra”: nel “palazzo” o nei dintorni.
Tutte le nostre sedi si sono mobilitate con manifestazioni, azioni,manifesti ed il volantino che riportiamo
UN’ALTRA STRAGE DI PROLETARI AD OPERA DI FASCISTI E APPARATI STATALI. LO “SPORT” DI QUESTI REAZIONARI E’ SEMPRE QUELLO DI MASSACRARE OPERAI.
I SEMINATORI DI MORTE DOVRANNO PAGARE.
Questa sera 23 dicembre alle 19,06 una o due bombe sono esplose nelle carrozze di coda del rapido 904 Napoli – Milano, nel cuore della galleria Firenze – Bologna, seminando morte e distruzione. Le carrozze erano gremite da uomini, donne, bambini, da lavoratori della Campania, diretti a Milano per le festività. Fino a mezzanotte i soccorritori non sono riusciti ancora a evacuare dalla galleria le due ultime carrozze sventrate dall’esplosione. I morti sono presumibilmente diverse decine, centinaia i feriti.
Il numero esatto si potrà sapere nelle prossime ore sempre che sarà possibile dare un nome ai corpi disintegrati.(Al contrario del caso dell’Italicus, questa volta gli attentatori attesero che il veicolo penetrasse nel tunnel, per massimizzare l’effetto della detonazione: lo scoppio, avvenuto a quasi metà della galleria, provocò un violento spostamento d’aria che frantumò tutti i finestrini e le porte. L’esplosione causò 15 morti e 267 feriti. In seguito, i morti sarebbero salitia 17 per le conseguenze dei traumi. N.D.R
Siamo, quindi, nuovamente di fronte a una strage sanguinaria, di proletari, e di proletari meridionali. A rivendicare, per primi, l’attentato sono stati, a Napoli, i gruppi fascisti Ordine Nero e Ordine Nuovo. Ma, a prescindere dalla rivendicazione e dalla autenticità della stessa, non c’è dubbio sulla matrice “nera “ e “statale” dell’attentato possiamo dirlo senza timore di sbagliare, autori di quest’altro massacro (dopo quelli di P.zza Fontana del 1969, al treno Italicus e di P.zza della Loggia a Brescia nel 1974, alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980), sono squadristi neri e golpisti dei servizi di sicurezza statali, civili e militari, interni ed esterni o paralleli. [Il 12/6/83 Ordine Nero commemorava Mussolini incendiando la nostra sede locale di Torino in via San Massimo]
Lo scopo è sempre quello: premere per un mutamento autoritario delle istituzioni parlamentari e partitiche dello Stato imperialistico. Ieri, come soluzione concreta della crisi di regime. Oggi, nella mutata situazione dominata dalla borghesia monopolistica e multinazionale (la“democrazia” del governo Craxi-Visentini), come resistenza all’emarginazione dai posti di comando occupati.
Quindici anni di massacri, di “trame nere”, di complotti golpisti, di manovre piduiste ecc. ecc., hanno messo in luce la profonda compenetrazione e copertura tra gli apparati dello Stato (nessuno dei responsabili di questi misfatti è stato fin’oggi individuato); tra fascisti e democratici; dimostrando che tutte le espressioni politiche di regime, di“destra” e di “sinistra”, costituiscono una totalità reazionaria. Tutti hanno lavorato e lavorano, con una vera divisione di compiti, a rafforzare lo Stato e a disgregare le masse proletarie. Il governo Craxi –Visentini, principe di questa opera, va superbo per i brillanti risultati raggiunti dagli industriali e dai banchieri, dal capitale monopolistico multinazionalizzato, detto “sistema Italia”, grazie alla riduzione dei salari, all’aumento della disoccupazione, alla flessibilizzazione del lavoro e della vita operaia. In una parola all’impoverimento di decine di milioni di lavoratori, uomini, donne, pensionati, giovani, ecc. Quindi anche quest’ultimo massacro, è il frutto immondo di tutto questo marciume.
Tutto lo sdegno, la collera popolare, che questo ennesimo massacro suscita, non deve sbollire in proteste sterili, in manifestazioni democratiche; deve incanalarsi in azioni concrete contro gli squadristi neri e lo Stato protettore.
Sdegno, proteste, dimostrazioni, ecc., contano solo se diventano un momento di lotta e di organizzazione anti-statale.