Dopo 16 anni di carcere e di rivolte, dopo altri 14 anni di semilibertà applicata perché gravemente cardiopatico, sempre impegnato, anche tramite radio Onda Rossa di Roma, nella lotta contro il carcere, dopo una caduta durante un’iniziativa per supportare le recenti rivolte in carcere, è morto – il 9/4 – a ottant’anni, il compagno Salvatore Ricciardi. Lo ricorderete al Grimaldello per la presentazione del libero “Maelstrom”.
Nella mattinata dell’11 aprile 2020 il quartiere di San Lorenzo a Roma ha voluto dargli il suo
ultimo saluto.
Dalla camera ardente allestita dentro l’ospedale il feretro ha attraversato le strade del quartiere, passando sotto la sede di Radio Onda Rossa in via dei Volsci. Un corteo spontaneo di compagne e compagni lo ha seguito, rispettando i distanziamenti. In corteo sono giunti sotto le mura aureliane del quartiere per lasciare una scritta in suo ricordo.
In quei momenti sono giunti però sul posto idranti della polizia e agenti in antissommossa. 45 compagni e compagne presenti sono stati identificati: verranno denunciati/e e sanzionati/e per la violazione del Dpcm sulle misure di contenimento del coronavirus.
Ciao Salvo
Il ricordo di Pasquale Abatangelo sulle lotte in carcere con Salvo e il saluto di Pasquale Valitutti
E in merito alla situazione carceraria al tempo del corona virus
Carcere: cosa sta facendo il governo? Ne parliamo con un avvocato
“La lotta non si ferma (carcere di S. Maria Capua Vetere)” dalla casa femminista occupata La Vampa
Dopo le rivolte che il mese scorso hanno infuocato le carceri di tutto ilpaese al grido di libertà amnistia indulto, e la repressione che ne è seguita, ecco che arrivano notizie dei primi casi di contagio da Coronavirus nelle prigioni. Dentro le carceri continua la protesta con battiture costanti e rivolte. A Santa Maria Capua Vetere il 6 Aprile dopo che tre detenuti sono stati trovati positivi al coronavirus i prigionieri hanno iniziato una rivolta durata dalla mattina fino a tarda notte, come anche a Secondigliano dove ci sono state battiture e presidi di parenti e solidali fuori dalle mura. Così anche a Poggioreale dove stamattina un gruppo di parenti e solidali si sono assembrate nonostante decreti e divieti, per protestare contro le condizioni all’interno e reclamare ancora una volta libertà e salute per tutti e tutte, bloccando la strada di fronte al carcere.
Dopo che una delegazione è riuscita a ottenere un incontro con la direzione carceraria conclusasi in un ennesimo nulla di fatto, si è deciso di continuare la protestanella sede del tribunale. Varcata la soglia del palazzo di giustizia un ingente schieramento di forze dell’ordine ha rincorso le manifestanti dentro all’atrio del tribunale per spintonarle fuori mentre dentro al carcere iniziava una potente battitura. Le forze dell’ordine e i miserabili politici puntano il dito contro le parenti e solidali, accusandole come in una caccia alle streghe di diffondere la malattia, quando i veri responsabili del massacro sono quelli che governano, che tengono aperte le fabbriche eche stipano nelle carceri migliaia di persone private della libertà ed esposte al contagio.
Non spezzeranno la solidarietà! Oggi come domani resteremo le une accanto alle altre.
Tutte e tutti liberi!
Fuoco alle galere!
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Di seguito: messaggio arrivato tramite i parenti dei detenuti, girato tramite WhatsApp giovedì 9:
Hanno picchiato i detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere tutto è successo perché sono stati trovati 3 detenuti positivi al corona virus e i detenuti hanno fatto una rivolta per avere tamponi. La rivolta iniziata dalle 8:30 è finita a mezzanotte, i detenuti sono rientrati nella loro celle alle 3 del mattino. Mentre stavano dormendo sono stati picchiati da 400 poliziotti penitenziari con caschi blu e manganelli. Hanno proibito ai detenuti di fare le videochiamate per non far vedere ai loro familiari che avevano segni in faccia perché sono stati massacrati. I detenuti non possono dire di essere stati maltrattati durante la notte perché la Polizia ha minacciato che, se usciva qualcosa fuori, avrebbero preso delle conseguenze. Ci sono familiari, mogli, figli e mamme, che non sanno che fine hanno fatto e come stanno i loro familiari
Giorni fa, giovedì 9 aprile, a Tebe in Grecia nel carcere femminile di Eleonas a seguito alla morte di una detenuta. Questa è l’ultima rivolta della quale siamo a conoscenza, fra le moltissime avvenute in tutto il mondo, rivolte che sono state violentemente represse con decine e decine di morti.
Ciao Salvo, con amore.
Solidarietà a chi è stato denunciato questa mattina.
Infelici di non esserci.
Dentro nessuno, solo macerie.
Striscione a Genova
Pubblicato da grimaldello
dall'aprile 2006,
nel cuore del centro storico di genova
LA NOSTRA POSIZIONE E' QUELLA DI COMBATTENTI TRA DUE MONDI:
UNO CHE NON RICONOSCIAMO, L'ALTRO CHE NON ESISTE ANCORA.
OCCORRE FAR PRECIPITARE IL LORO SCONTRO,
AFFRETTARE LA FINE DI UN MONDO,
CONTRIBUIRE ALLA CRISI IN CUI RICONOSCERE I NOSTRI AMICI.
"IL GRIMALDELLO" E' PENSATO PER QUESTO,
UNO SPAZIO DOVE PROVARE A SCARDINARE LA PASSIVITA'
E L'ALIENAZIONE A CUI IL CAPITALISMO CI COSTRINGE
NEL QUOTIDIANO.
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