In merito alle perquisizioni avvenute a Genova durante gli scorsi giorni, perquisizioni che hanno colpito due compagne ed un compagno, sottolineiamo come queste si inquadrino in un periodo particolarmente pesante, dal punto di vista repressivo, che vede in questa città una militarizzazione sistematica con arresti, fermi e provvedimenti di espatrio per gli immigrati. Con questi provvedimenti cogliamo un filo conduttore -giustamente indicato nello scritto delle due compagne perquisite – che passa attraverso il controllo generalizzato volto a ad ottenere l’annichilimento di ogni nemico dichiarato dello stato e di chi, oggettivamente, lo diventi perché povero/a e magari anche immigrato/a.
E’ evidente che per alcuni “reati”, come le azioni contro ENI, debbano essere indicati al più presto, da parte dello Stato, sia responsabili materiali che ambienti “contigui” affinché le imprese italiane di bandiera si sentano tutelate e possano continuare senza problemi a fare affari alimentando, da una parte, le guerre combattute per il controllo delle cosiddette materie prime e, dall’altra, la guerra interna contro proletari, ribelli e non conformi alle normative anti degrado. Neofascismo e razzismo, adeguatamente spinti da politicanti e media, vorrebbero essere l’unico contro-altare alla melassa buonista tesa ad imprigionare ogni istanza che voglia il ribaltamento di questo mondo.
Noi vogliamo esprimere la nostra solidarietà incondizionata alle compagne ed al compagno ribadendo il più assoluto disinteresse alle logiche di attribuzione di innocenza o colpevolezza per i fatti di cui vengono accusate/i.