nessuna paura “il grimaldello” non se ne va

Dopo che in questi giorni molti compagni, simpatizzanti e amici hanno dato sostegno attivo al Grimaldello chi dando una mano nei lavori di riallestimento dei locali, chi offrendo contributi economici in sottoscrizione, chi offrendoci la possibilità di iniziative benefit in diverse località e situazioni, ieri un presidio e piccolo corteo di una cinquantina di solidali, aperto dallo striscione “NESSUNA PAURA IL GRIMALDELLO” NON SE NE VA, ha attraversato il centro storico dalla chiesa di San Siro e piazza Banchi. E’ stato letto e distribuito il comunicato, nonchè un secondo volantino. Un grazie sentito a tutti

Ecco il testo del secondo volantino

A dire il vero l’unica ragione per cui si lotta è per ciò che si ama. Lottare per tutti gli altri è solo la conseguenza”

Da cinque anni Il Grimaldello si propone come punto d’incontro per persone che non si rassegnano al nonsenso e alle brutture di questo mondo. Lo facciamo da sempre e con costanza distribuendo e presentando libri, organizzando proiezioni di film e documentari, partecipando a modo nostro alle lotte in atto, ma soprattutto condividendo quotidianamente un semplice sentimento del tempo… ovvero spesso perdendolo in chiacchere, questo tempo che vorrebbero invece che fosse sempre utile, produttivo, alienato.

Cinque anni fa siamo partiti dall’idea che contestare non basta, che per cominciare a cambiare bisogna saper proporre qualcosa. Smettere di essere spettatori passivi della propria vita, per cominciare a riappropriarsi di spazi fisici e mentali in cui agire in prima persona.

Di base il Grimaldello è nato da un atto di fiducia nei confronti delle persone, dall’idea che la conoscenza, il pensiero e la discussione libera siano strumenti di emancipazione e liberazione irrinunciabili contro questo mondo in rovina.

Alimentare un pensiero critico che questo sistema combatte alla morte, a partire dal tirocinio all’obbedienza che incarna la scuola; stimolare un immaginario radicalmente diverso da quello squallido impostoci dagli scenari che ci assediano nei percorsi obbligati del quotidiano; parlare delle lotte del passato per allargare gli orizzonti di quelle di oggi; queste sono alcune delle istanze da cui è sorto il progetto di chi condivide quotidianamente questo piccolo luogo, un presidio di vita nel cuore di via della Maddalena apprezzato da molti e soprattutto da chi alla Maddalena ci vive.

Visto l’assedio soffocante è sempre più urgente combattere l’apatia, la rassegnazione, il cinismo.

Noi lo facciamo soprattutto con i libri, i film, la parola, perchè questo è quello che si può fare in uno spazio così piccolo, ma sarebbe bello che altri rilanciassero lo stesso spirito per alimentare le altre pulsioni che animano le persone. In una battaglia in cui la posta in palio non può essere altro che la trasformazione radicale dell’esistente ciò che conta più di tutto è il principio dell’agire in prima persona, dell’avere il coraggio dei propri desideri, dell’osare anche ciò che è considerato impossibile. In questo senso i bisogni più elementari quanto le fantasie più sfrenate sono fonti altrettanto meritevoli di rivendicazione per una conquista di libertà.

La forma è il contenuto, l’attitudine è la sostanza della lotta per cambiare ciò che non ci piace.

Ed allora è occupando edifici abbandonati, aprendo officine e laboratori dove affrontare necessità di base piuttosto che sperimentare forme di espressività e creatività, inventando situazioni impevedibili di gioco o di conflitto, coltivando orti e giardini ovunque possibile, che dovremmo diffonderci ad ogni angolo di strada, far sì che le strade stesse diventino lo scenario della riappropriazione della nostra vita, e non più gallerie mute di merci e automobili che mortificano le nostre passioni e ci abituano alla rassegnazione… o al massimo al nichilismo, che a volte diventa un comfort.

E quando proveranno a reprimere questi tentativi di libertà, si troveranno di fronte persone tanto più determinate e compatte, quanto più queste saranno forti di quello che avranno saputo costruire e condividere nel frattempo.

Che una piccola manifestazione di questo spirito come il Grimaldello dia così fastidio a chi gestisce questo mondo in rovina, è un segno terrificante dei tempi che viviamo, meno drammatico ma non meno significativo delle altre forme di barbarie ben visibili a tutti.

Sicuramente oggi paghiamo il fatto di aver partecipato alle contestazioni agli alpini mandati dal governo a presidiare le strade piuttosto che alla presenza della Lega nord nel centro storico, di esserci sempre schierati contro razzisti e reazionari di ogni tipo, ma l’attacco che abbiamo subito oggi va oltre le nostre posizioni politiche, e riguarda tutti, perchè su queste basi domani può essere il turno di chiunque altro non si omologhi all’ordine dei tempi. E il problema di fondo non è mai il fascismo.

Quando saremo un po’ più padroni della nostra vita, conquistando sempre più spazio all’obbedienza, scopriremo tra l’altro che, come dimostrano i ribelli del nord Africa, cacciare a pedate i tiranni è possibile; che animarle e godersele in prima persona rende vive e quindi sicure le strade che oggi accettiamo di far presidiare dai militari; che l’intera vita può essere qualcosa di completamente diverso dal pacchetto preconfezionato di doveri, obblighi e morali che ci viene rifilato come ineluttabile dalla nascita alla morte. Oggi più che mai è evidente che nè la militanza né l’etica ma solo l’urgenza soggettiva di vivere – quando si manifesta in maniera spontanea, collettiva, popolare – può determinare un cambiamento decisivo della realtà. E’ un gioco al rialzo, ma è l’unico possibile, e alla fine è solo un problema di coraggio.

In fondo ancora oggi, come diceva qualcuno, dati il giusto clima, la giusta luce, le giuste parole, i giusti attori, il giusto teatro, l’intera vita sociale, ogni istituzione e abitudine, potrebbero disgregarsi, cadere in rovina velocemente e definitivamente come un qualsiasi impero osannato nei libri di storia.

Per molti, educati alla rassegnazione e al cinismo dei tempi, queste parole suoneranno come aria fritta o utopia. Non importa, al livello attuale di collasso del pianeta e di marciume dell’intera società, non c’è più scelta; per noi nessuna via di mezzo, nessun riformismo sono possibili; o cambia tutto oppure il futuro è morto. Tutto il resto è noia, e la noia, si sa, è controrivoluzionaria.

E in ogni caso non vale mai la pena di accettare di vivere al di sotto dei propri desideri.

Per chi invece in queste parole trova un senso, una possibilità, un germe di complicità, la migliore solidarietà che il Grimaldello può ricevere sarebbe veder nascere altri luoghi, altre situazioni ed esperimenti di libertà nei vicoli a noi vicini e ovunque, in un’inflazione senza fine di un desiderio di vivere e lottare che sappia non farsi sconfiggere o ingabbiare in schemi preconfezionati e innocui.

In ogni caso noi non ce ne andiamo e continueremo a perdere tempo per conquistare spazio.

 

Uno che ama perdere tempo al Grimaldello

all’angolo tra via della Maddalena e vico del Tempo buono

 

 

Pubblicato da grimaldello

dall'aprile 2006, nel cuore del centro storico di genova LA NOSTRA POSIZIONE E' QUELLA DI COMBATTENTI TRA DUE MONDI: UNO CHE NON RICONOSCIAMO, L'ALTRO CHE NON ESISTE ANCORA. OCCORRE FAR PRECIPITARE IL LORO SCONTRO, AFFRETTARE LA FINE DI UN MONDO, CONTRIBUIRE ALLA CRISI IN CUI RICONOSCERE I NOSTRI AMICI. "IL GRIMALDELLO" E' PENSATO PER QUESTO, UNO SPAZIO DOVE PROVARE A SCARDINARE LA PASSIVITA' E L'ALIENAZIONE A CUI IL CAPITALISMO CI COSTRINGE NEL QUOTIDIANO.