E’ passato un anno dalla morte in carcere di 14 detenuti ammazzati per mano dello Stato durante le rivolte avvenute mentre ovunque si moriva per COVID E, NELLE GALERE, DETENUTI E DETENUTE – SENZA COLLOQUI CON I FAMILIARI, QUINDI SENZA PACCHI DI CIBO, E SENZA DISPOSITIVI DI PROTEZIONE – venivano infettati dagli agenti della Penitenziaria. Questa strage è stata denunciata da alcuni detenuti che, proprio per questa denuncia, hanno subito ulteriori pesantissime intimidazioni.
Un’altra strage senza spari, ma anche questa con qualche botta in testa durante gli scioperi, è stata quella dei lavoratori costretti a lavorare spalla a spalla con ammalati e anziani come nei magazzini di stoccaggio delle merci.
Durante questo anno tutto è peggiorato sia in carcere che fuori fino ad arrivare al “nuovo” governo Draghi, con i suoi ministri, sottosegretari e capi delle “stanze dei bottoni” provenienti da banche, colossi della produzione di armi e sistemi di controllo, se non dall’esercito e dalla polizia.
Solo due esempi dei nuovi chiari di luna che si presentano.
La Commissione Garanzia Sciopero ha vietato ad una serie di categorie lo sciopero delle donne indetto dai sindacati di base per il prossimo 8 marzo. Fra queste categorie rientra tutto il “settore scuola” dove vi sono tantissime donne che, negli anni scorsi, hanno costituito la maggioranza nel settore pubblico delle lavoratrici in sciopero. La motivazione di ciò è veramente risibile, lo sciopero inciderebbe sulla “continuità del servizio”; in una situazione in cui la continuità del servizio non esiste da circa un anno.
E che dire delle nuove misure relative alle rivolte nelle carceri ed ai presidi di solidarietà? E’ previsto che i vari corpi armati dello Stato entrino nelle galere per sedare le rivolte mentre i solidali non potranno più presidiare all’esterno.
Creare altre lotte, quindi. Unirle, affichè il filo che unisce gli sfruttati attraversi lotte e ribellioni per diventare persistente, reale e non cancellabile.
Mentre in tutta Italia durante il prossimo fine settimana ci saranno presidi sotto le mura di tutti i carceri e del Ministero, noi Sabato 6 marzo, saremo presenti sotto le mura del carcere di Marassi per portare la nostra solidarietà a chi si è ribellato e a chi ha scelto di esporsi in prima persona parlando di divise assassine.
Ci vediamo alle 15 in piazzale Marassi, lato stadio.
Ci sarà un microfono aperto a tutti i parenti ed i solidali per salutare e mettere musica
Solidali genovesi