La verità nel pozzo. Sulla rivolta di Modena e la morte di Sasà

Dopo la rivolta, nei giorni seguenti l’8 marzo 2020, venivano trasferiti dal carcere di Modena a quello di Ascoli, insieme a un’altra quarantina di detenuti. Tra loro c’era Sasà (Salvatore Piscitelli), che morirà di lì a poco, nella più totale indifferenza delle guardie.

In nove mesi nessuno li ha cercati per chiedere la loro versione, nessuno è andato a visitarli per sapere come stessero. Così, cinque detenuti, tra cui il compagno di cella di Sasà, hanno deciso  di rompere il silenzio e presentare un esposto in cui raccontano tutto quanto hanno visto e subìto in quei giorni. Ora sono stati trasferiti nuovamente a Modena, dove sembra siano in attesa di essere sentiti da un magistrato.
Quella verità – fatta di corpi offesi, feriti, umiliati – che quasi nessuno cercava – tanto da accontentarsi della tesi assurda delle nove overdose confermata da frettolose autopsie e sbrigative cremazioni – ma che era sotto gli occhi di chiunque volesse vedere, grazie al loro coraggio torna oggi a galla dal pozzo nero dell’oblio e finalmente spezza il primo anello di una catena di menzogne – passate di bocca in bocca e di telegiornale in telegiornale – e strappa il drappo di silenzio stretto a bavaglio attorno a quest’ennesima mattanza di Stato.
Due familiari dei cinque detenuti che hanno deciso di denunciare – e che ora si trovano isolati in cella liscia nel carcere di Modena – raccontano questa storia, terribilmente personale, terribilmente comune a tante altre, troppo spesso dimenticate. Infine ci ricordano come il calore di tutti noi qui fuori possa scaldare le celle di Claudio, Mattia, Ferruccio, Cavazza e Francesco, e sostenerli nella loro scelta coraggiosa.

Pubblicato da grimaldello

dall'aprile 2006, nel cuore del centro storico di genova LA NOSTRA POSIZIONE E' QUELLA DI COMBATTENTI TRA DUE MONDI: UNO CHE NON RICONOSCIAMO, L'ALTRO CHE NON ESISTE ANCORA. OCCORRE FAR PRECIPITARE IL LORO SCONTRO, AFFRETTARE LA FINE DI UN MONDO, CONTRIBUIRE ALLA CRISI IN CUI RICONOSCERE I NOSTRI AMICI. "IL GRIMALDELLO" E' PENSATO PER QUESTO, UNO SPAZIO DOVE PROVARE A SCARDINARE LA PASSIVITA' E L'ALIENAZIONE A CUI IL CAPITALISMO CI COSTRINGE NEL QUOTIDIANO.